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giovedì 7 agosto 2008

L'Italia vista dall'estero

All’estero ci vedono come nell'articolo di ieri del Financial Times: "Italy gets tough on crime but neglets corruption", che ho fatto tradurre ed è riportato nel seguito del post. Il FT non è, purtroppo, un caso isolato di critica alla politica italiana dopo le ultime elezioni. Periodicamente pubblicherò la traduzione di articoli che riguardano l’Italia presi dalle testate internazionali più prestigiose. Chi frequenta il blog avrà l’impressione che gli stranieri sono informati sull’Italia molto più di noi.


L’Italia adotta una linea dura contro il crimine ma trascura la corruzione.
(FT, 5 agosto 2008)

"Silvio Berlusconi, miliardario, magnate dei media e tre volte primo ministro, è ritornato al potere questa primavera interpretando in modo brillante lo stato d’animo del Paese, vale a dire un prevalente senso di insicurezza degli italiani sul loro benessere fisico ed economico.

In conformità alle promesse elettorali, ieri (4 agosto ndr) l’esercito ha schierato 3.000 soldati per il pattugliamento urbano contro il crimine ed è stata dichiarata una emergenza nazionale per affrontare le centinaia di immigranti, in maggior parte africani, che navigano dalle coste della Libia verso le spiagge italiane. Sono iniziati un censimento e la rilevazione delle impronte digitali degli zingari. Molti saranno espulsi. Gli oppositori della sinistra accusano Berlusconi di alimentare, grazie alla sua capacità di utilizzo dei media, lo stesso senso di paura che offre di curare. I ministri del precedente governo si sono sentiti costantemente indeboliti dalle notizie di crimini selvaggi commessi da stranieri – in particolare il caso della moglie di un ufficiale della Marina il cui orribile omicidio divenne un tema della campagna elettorale di Roma, in cui è stato eletto il primo sindaco di destra dai tempi del Fascismo.

Sebbene le statistiche comparative siano notoriamente rischiose, gli studi delle Nazioni Unite e dell’Unione Europea indicano che le percentuali relative ai crimini in Italia sono sotto la media europea. Gli abitanti di Roma sarebbero sorpresi di sapere di essere più sicuri dei residenti di Londra, Copenhagen o di Amsterdam. Ma, come sa ogni politico, è la percezione che conta. Le affermazioni della coalizione sconfitta alle elezioni di una diminuzione del crimine non sono state ascoltate. Come ha rilevato nel 2008 l’istituto di ricerca Eurispes nel suo rapporto sull’Italia, i livelli di ansietà non hanno seguito il trend di diminuzione del crimine.

Curiosamente – data la frenesia che ha dominato i discorsi pubblici – alcuni studi esterni indicano che gli italiani sono meno preoccupati per la loro sicurezza di molti altri europei. Unisys, una società di information technology, pubblica due volte all’anno un indice della sicurezza. In marzo, nel picco della campagna elettorale, gli italiani hanno avuto un punteggio quasi immutato e moderato, pari a 94, relativo a quattro calcoli sulla percezione della sicurezza nazionale, personale, finanziaria e internet. Questo comparato a 117 nel Regno Unito, che è stato accreditato di “imperturbabilità e flemmatica risposta alla provocazione”, nonostante attacchi terroristici e l’esplosione della bolla immobiliare. Ai due estremi ci sono i tedeschi (165) e i francesi (76).

Sebbene l’Italia si confronti bene con i suoi pari europei per quanto riguarda i crimini violenti, l’evidenza suggerisce che per la corruzione è tra i peggiori. L’Italia è posizionata in 40esima posizione nel Transparency International indice globale per la corruzione. Soltanto la Grecia viene dopo nell’Europa dei 15. La Banca Mondiale, attraverso l’aggregazione di vari indici, attribuisce all’Italia la 71esima posizione, leggermente sopra la Corea del Sud, ma molto sotto i suoi pari europei. La lotta contro la corruzione non è stata una delle priorità durante le elezioni italiane. Su questo fronte i due atti degni di nota del governo Berlusconi durante i suoi primi mesi in carica sono stati una legge che garantisce l’immunità al primo ministro e ad altre tre cariche dello Stato e l’eliminazione dell’ufficio dell’alta commissione contro la corruzione. Berlusconi, libero temporaneamente da un processo per corruzione, ha dichiarato che “finalmente i magistrati non possono più a lungo perseguitarmi e posso passare il sabato dedicandomi alla politica invece che a discutere con i miei avvocati”.

Invece, Drago Kos, capo di Greco il gruppo di Stati contro la corruzione stabilito dal Consiglio Europeo, ha avvertito che l’Italia sta per “ritornare in una situazione in cui non c’è una reale volontà politica di combattere la corruzione”.

Il Governo italiano lo nega fermamente. Afferma che la commissione semi indipendente contro la corruzione era inefficiente e sotto dimensionata e che le sue attività saranno assorbite da altri ministeri.

I critici si chiedono, comunque, se i ministeri pubblici sono la soluzione ottimale per combattere la corruzione nella pubblica amministrazione. E inoltre notano che con le sue indagini nel settore della sanità pubblica – uno delle principali fonti di guadagno delle Mafie – la commissione contro la corruzione si è guadagnata dei potenti nemici. Salvatore Boemi è stato retrocesso. Due sue indagini vedevano coinvolti senatori della coalizione di governo.

Questo non è per suggerire che la corruzione è dominio del centro destra.

Due casi legali vedono coinvolti i vertici dei governi regionali di Abruzzo e Campania che sono accusati, rispettivamente, per corruzione nel settore della salute e per l’assegnazione di contratti per lo smaltimento dei rifiuti. In questi casi il governo dice che la giustizia deve seguire il suo corso."

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